Il nazional-bolscevismo (spesso designato con l'espressione "rosso-bruno") è una variante della corrente nazional-rivoluzionaria. Esso ne costituisce la sua ala sinistra.
Il movimento è nato alla fine della Prima Guerra Mondiale, in una Germania in rovina, lacerata dai conflitti tra gli spartachisti marxisti e i corpi franchi nazionalisti. Sintesi tra le due nuove ideologie - il bolscevismo rivelato dalla Rivoluzione russa del 1917 e un nuovo nazionalismo modernizzato dalla grande guerra, sostenuto dalle masse e dal gusto per la tecnica - esso si andrà formando in Germania a partire da due principali elementi:
- una convergenza d'interessi tra la Germania e la Russia sovietica;
- alcuni punti in comune ideologici, di metodo e di stile, tra il bolscevismo e il nazionalismo.
La corrente nazional-bolscevica del comunismo
In senso stretto, la corrente nazional-bolscevica è stata una corrente estremamente minoritaria, limitata a un piccolo numero di pensatori e di gruppi politici. Alcune fonti fanno risalire la sua nascita, nell'aprile 1919, al pensiero di Paul Eltzbacher, un professore berlinese di diritto conosciuto per i suoi scritti sull'anarchismo, deputato nazionalista al Reichstag nel 1919. Fu lui a suggerire un'alleanza tra la Germania e la Russia comunista contro il Trattato di Versailles.
Nel 1919, una corrente nazional-bolscevica si sviluppa ad Amburgo ad opera di due leaders della rivoluzione comunista in questa città: Heinrich Laufenberg (1872-1932, presidente del Consiglio dei lavoratori e dei soldati di Amburgo nel novembre del 1918) e Friedrich o Fritz Wolffheim (1888-1942, ex sindacalista negli Stati Uniti e poi ad Amburgo. Ebreo, morto in campo di concentramento). Entrambi animeranno una tendenza nazional-bolscevica in Germania e in seno all'Internazionale comunista. Espulsi nell'ottobre 1919 dal partito comunista ufficiale, il KPD, entrano nel KAPD (Partito comunista operaio tedesco) che resta nell'Internazionale fino al 1922. A sua volta, anche il KAPD escluderà dai suoi ranghi i nazional-bolscevichi. Il nazional-bolscevismo resterà sempre un movimento di individualità e di piccoli gruppi.
Tra i gruppi nazional-bolscevichi, va menzionato quello di Friedrich Lenz e Hans Ebeling autori della rivista Der Vorkampfer (1930-1933), che tenta di realizzare una fusione ideologica nazional-comunista tra le idee di Karl Marx e quelle dell'economista tedesco Friedrich List. Secondo alcuni nazional-bolscevichi contemporanei, un "Cercle d’études de l’économie planifiée" (o "Arplan") sarebbe stato creato a margine della rivista e avrebbe avuto come segretario il grande oppositore antinazista Arvid Harnack.(1)
Dopo l'arrivo dei nazisti al potere, la maggior parte dei nazional-bolscevichi opta per la resistenza. Ciò nondimeno, alcuni gruppi nazional-bolscevichi collaboreranno con il regime, come il Fichte Bund (fondato ad Amburgo nell'area del KAPD), diretto dal professor Kessemaier (in collegamento anche con il belga Jean Thiriart, allora giovane rexista).
Ernst Niekisch e la rivista Widerstand
Durante la repubblica di Weimar, la personalità più conosciuta del nazional-bolscevismo è Ernst Niekisch (1889-1967). Insegnante social-democratico (1919-1922), espulso dall'SPD nel 1926 a causa del suo nazionalismo. Prima entrerà in rapporto con un piccolo partito socialista della Sassonia che si convertirà alle sue idee. Poi animerà la rivista Widerstand che avrà una grande influenza sulla gioventù di prima del 1933. Il movimento di Niekisch raggruppa persone provenienti tanto dalla sinistra che dalla destra nazionalista. Dopo il 1933, egli si oppone al nazismo e sarà deportato in un campo di concentramento (1937-1945). Dopo il 1945, torna ad insegnare nella DDR. Nel 1953, passerà all'Ovest.
L'effimera "linea Schlageter" (1923)
Nel corso del 1923, "anno terribile" per la Germania, il KPD adotterà per diversi mesi una strategia di seduzione degli ambienti nazionalisti, senza riuscire tuttavia a provocare lo sviluppo di una vera e propria corrente nazional-bolscevica, ma dando luogo all'ennesimo progetto incompiuto.
Nel maggio del 1923, l'Internazionale comunista adotta una linea favorevole al nazionalismo. Scrive il saggista Thierry Wolton: "A metà maggio 1923, dopo un incontro tra i dirigenti dell'IC (Zinov’ev, Bucharin, Trotsky, Radek) e i quadri del KPD, Die Rote Fahne annuncia la nuova linea: 'Il partito comunista deve dire molto chiaramente alle masse nazionaliste della piccola borghesia e agli intellettuali che solo la classe operaia, dopo la sua vittoria, potrà difendere la terra tedesca, i tesori della cultura tedesca e l'avvenire della nazione'" (13 maggio 1923).(2)
La nuova sintesi politica prende le mosse dalla questione dell'occupazione franco-belga della Ruhr. L'occupazione impedisce all'industria renana di lavorare a pieno regime a favore della Germania e, sia pure indirettamente, dell'URSS, di cui la Germania, dopo il trattato di Rapallo (1922), resta l'unico alleato. I comunisti, numerosi e ben organizzati in questa regione industriale, partecipano anche loro agli scioperi e ai boicottaggi contro la Francia. Il luogotenente Schlageter, un nazionalista di destra, organizza dei sabotaggi e degli attentati esplosivi. Viene fucilato dai francesi il 26 maggio 1923. La sua memoria sarà sfruttata tanto dai nazionalisti (compresi i nazisti) che dai comunisti (cfr. i tributi a lui dedicati da Radek, di fronte all'esecutivo dell'Internazionale comunista il 20 giugno 1923, Moeller van den Bruck e Heidegger).
In seguito si registreranno altri segni concreti di avvicinamento tra le parti. Così come quello di alcune personalità dell'estrema destra nazionalista che prenderanno la parola sulla stampa comunista (Die Rote Fahne).(3)
Nel mese di ottobre 1923, a Stuttgart, il deputato comunista Hermann Remmele (che più tardi diventerà presidente del KPD e membro del Presidium del Comintern fino al 1931) organizza un progetto di riconciliazione con il partito nazista. Spiega Thierry Wolton: "Hermann Remmele, deputato comunista al Reichstag, è acclamato a Stuttgart in una riunione di camicie brune".(4) Qualche giorno più tardi, in una riunione comunista a Stuttgart, Remmele invita a prendere la parola un nazista "venuto a invocare di fronte a migliaia di militanti una tregua tra il KPD e l'NSDAP di Hitler". Remmele "arrivò a dire che un'alleanza con i nazional-socialisti per abbattere il capitalismo a lui pareva meno biasimevole di una con i social-democratici".(5)
La linea nazionalista del KPD durerà tuttavia soltanto un certo tempo e non riuscirà ad oltrepassare l'autunno del 1923.(6)
La strategia seduttiva del KPD verso i nazionalisti (1930-1932)
Nel 1930-1932, si manifestano nuove convergenze tra il partito comunista tedesco KPD e il partito nazista NSDAP. Gli storici ritengono che si sia trattato essenzialmente degli esiti di una scelta strategica del KPD mirata a recuperare una parte dell'elettorato proletario sedotto dal nazismo (vedi in particolare Thierry Wolton e Timothy S. Brown). Se non altro, la convergenza di interessi dei due partiti "estremisti" all'affondamento della repubblica di Weimar a dominanza social-democratica è stata spesso sottolineata. In ogni caso, alcuni autori fanno notare che i tentativi di seduzione comunista nei confronti dell'elettorato nazista si sono appoggiati su una sintesi ideologica che si inscrive nella storia stessa del nazional-bolscevismo.(7)
Metà septembre 1930, il deputato comunista Maria Reese proclama al Reichstag: "Il partito nazional-socialista ha un compito storico, il compito di disaggregare ambienti che non ci riguardano più e che non sono ancora passati all’esercito rivoluzionario. Quelle persone alle quali esso distruggerà la fede nella capacità di sopravvivenza del sistema capitalista, nella sua necessità e nella sua legittimità, quelle persone non verranno mai a voi (nb: all'SPD), esse verranno a noi".(8)
La strategia comunista darà qualche frutto. Dei gruppi di nazisti di sinistra si distaccheranno dall'NSDAP e aderiranno al partito comunista. Ad esempio, "Durante l'inverno 1930-1931, la maggioranza di 5.000 membri di una organizzazione nazista di sinistra entrerà nel KPD".(9) La più celebre conversione al comunismo rimane quella di Richard Scheringer, eroe nazista e futuro dirigente comunista della Germania occidentale dopo il 1945.(10)
Thierry Wolton ritiene che, verso il 1932-'33, "si sia operata una sorta di simbiosi tra i comunisti e i nazisti con avvicinamenti e allontanamenti significativi da ambo le parti.(11) Questo nonostante il fatto che i militanti di entrambi i partiti abbiano continuato a scontrarsi violentemente nelle strade, provocando, nel 1931, 103 morti tra i comunisti e 79 tra i nazisti.
La collusione delle due parti porterà il colpo di grazia alla repubblica di Weimar: referendum comune contro il governo social-democratico della Prussia nell'anno 1931, mozione di sfiducia comune contro il governo social-democratico della Prussia nel mese di marzo 1932, mozione comune che provocherà lo scioglimento del parlamento tedesco nel mese di luglio 1932, sciopero comune dei trasporti Berlino nel mese di novembre 1932.
La collusione raggiungerà il suo apogeo alle legislative della fine del 1932: "In occasione di queste nuove elezioni, l’organo del KPD publicherà una 'Lettera aperta agli elettori operai del NSDAP'" (Die Rote Fahne del 1 novembre 1932). Walter Ulbricht (futuro dirigente della DDR) scrive: "I membri proletari dell'NSDAP sono entrati nei ranghi del fronte unico del proletariato.(12) Thälmann dichiara: "Noi abbiamo anche costituito un fronte di classe unico con i proletari nazisti.(13) E le parole si traducono in un atto spettacolare: "I comunisti hanno mobilitato i loro militanti a sostegno dello sciopero dei trasporti di Berlino organizzato di concerto con i nazisti, contro la centrale sindacale social-democratica, BVG. Giovani comunisti e Hitler Jugend scesi insieme nelle strade della capitalea sostegno degli scioperanti".(14)
Qualche settimana più tardi, Hitler stabilirà la sua dittatura con l'appoggio della destra e i comunisti saranno le prime vittime del regime nazista.
(trad. it. della prima parte della voce "Nazional-bolscevismo" di Wikipédia Français, http://fr.wikipedia.org/wiki/National_bolchevisme)
Bibliografia
Louis Dupeux, Stratégie communiste et dynamique conservatrice. Essai sur les différents sens de l'expression "National-bolchevisme" en Allemagne, sous la République de Weimar (1919-1933), Librairie Honoré Champion, Parigi, 1976. Tesi dell'autore, opera di riferimento sull'argomento.
Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999.
Note e riferimenti
(1) Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979, pp. 486-492.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999, p. 91.
(3) Thierry Wolton, op. cit.
(4) Bulletin communiste, n. 41, 11 ottobre 1923, p. 625, citato da Thierry Wolton, op. cit., p. 93 e nel libro di Margarete Buber Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna, 2005
(5) Louis Dupeux, op. cit., p. 94.
(6) Ibid.
(7) Thierry Wolton, op. cit.
(8) Louis Dupeux, op. cit., p. 558; citato in Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(9) Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(10) Timothy S. Brown, studio sul caso Scheringer. Egli riporta anche alcuni esempi di falsi giornali delle SA pubblicati dal KPD, di reclutatori comunisti vestiti da SA, di una sezione di truppe del KPD vestite da SA, ecc.
(11) Thierry Wolton, op. cit. p. 99.
(12) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
(13) Die Rote Fahne del 10 novembre 1932, citato in Thierry Wolton, op. cit., pp. 101-102.
(14) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
martedì 12 gennaio 2010
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