domenica 10 gennaio 2010

La Resistenza nazional-bolscevica al nazismo (Prima parte), di Luc Michel

"Nazionalismo di liberazione ed anti-fascismo non possono né devono essere contrapposti" (Wolfgang Venohr)

La storia della Resistenza tedesca contro il III Reich ed il nazismo è poco conosciuta. Un libro tuttavia le è stato interamente dedicato da Gérard Sandoz: Ces Allemands qui ont défié Hitler. 1933-1943,(1) libro preceduto da una testimonianza di Willy Brandt, presidente dell'Internazionale Socialista e grande oppositore del III Reich. L'autore inizia questo libro con la seguente dedica: "Io dedico questo libro alla memoria dei miei amici tedeschi che hanno trovato la morte nella lotta contro la bestia hitleriana". La terza parte del libro è intitolata: "Quelli che non bisogna dimenticare" e comprende un capitolo intitolato: "Il nazional-bolscevismo". Gérard Sandoz rende così omaggio alla corrente politica che, per prima, fin dal 1932-'33, ha resistito al nazismo e ha contato tra i suoi membri i più risoluti degli avversari dell’hitlerismo, compresi coloro che animarono la celebre rete conosciuta sotto il nome di Orchestra Rossa.

L'avventura del nazional-bolscevismo comincia nel 1919
L'avventura del nazional-bolscevismo cominciò nel 1919 ad Amburgo, allora immersa in piena rivoluzione sovietica a seguito del crollo del II Reich nel 1918. E’ qui che nacque una corrente nazional-bolscevica diretta da due leaders della rivoluzione del 1918 in questa città, Heinrich Laufenberg e Friedrich Wolffheim,(2) che dettarono la linea del nazional-comunismo. Il 6 novembre 1918, Laufenberg proclamò ad Amburgo la "Repubblica dei consigli socialista e della grande Germania" e divenne il presidente del "Consiglio operaio di Amburgo". Fu questa la prima manifestazione di posizioni comuniste radicali in alleanza con tendenze marcatamente nazionali.(3)
Dal 1919 al 1921, Wolffheim e Laufenberg animarono tanto in Germania che nell'ambito della III Internazionale una corrente nazional-bolscevica conosciuta sotto il nome di "nazional-comunismo amburghese" e che faceva concorrenza agli spartachisti che avevano costituito il Partito Comunista Tedesco (KPD). Espulsi dal partito nell'ottobre 1919, essi ne fondarono immediatamente un altro, ad esso dissidente, il Partito Comunista Operaio Tedesco (KAPD). In seno a tale partito, che sarà rappresentato fino al 1922 nell'ambito del Comintern,(4) Wolffheim e Laufenberg propugnarono l'idea di creare un'"Armata rossa tedesca" al fine di riprendere la guerra contro i vincitori imperialisti di Versailles. Dopo il 1922, animarono una Lega dei Comunisti. Va fatto notare che questa corrente manifestò, fin dall'inizio degli anni '20, un virulento anti-americanismo.

Dal KPD agli ambienti neo-nazionalistici: la galassia nazional-bolscevica degli anni '20-'30
A partire dalla metà degli anni '20 e fino all'avvento del nazional-socialismo nel 1933, il nazional-bolscevismo sarà una componente fondamentale del paesaggio intellettuale e politico della Repubblica di Weimar. Numerosi gli intellettuali che adotteranno posizioni nazional-bolsceviche.(5)
Primo fra tutti, Ernst Niekisch, che diventerà il più celebre e il più importante rappresentante della corrente nazional-bolscevica tedesca. Formatosi nel movimento socialista tedesco, uno dei leaders della rivoluzione comunista e della "Repubblica dei consigli" di Monaco nel 1919, Niekisch evolverà verso posizioni nazional-bolsceviche e neo-nazionalistiche, in particolare attraverso la rivista che egli animava, Der Widerstand (Resistenza) e i circoli dallo stesso nome,(6) quindi attraverso un movimento, la Widerstand Bewegung, riorganizzato in clandestinità dopo il 1934. Niekisch eserciterà un'influenza preponderante particolarmente sui movimenti della gioventù tedesca antecedenti al 1933, conosciuti sotto il nome di Bündische Jugend. Il movimento Widerstand era costituito tanto da vecchi social-democratici e sindacalisti che da numerosi rappresentanti delle correnti neo-nazionalistiche e nazional-rivoluzionarie tedesche degli anni '20-'30.
La stessa KPD sviluppò posizioni nazional-comuniste, in particolar modo per riconquistare la frangia nazionalistica del proletariato passata al nazismo. Questa linea politica culminò nel 1930 con l'adozione di un programma detto di "liberazione nazionale e sociale" ("Programm der nationalen und sozialen Befreiung des deutschen Volkes"), che sedusse numerosi nazional-rivoluzionari.
"La KPD tenta di assicurarsi il controllo di quest'onda in primo luogo attraverso il 'Programma del KPD in previsione della liberazione nazionale e sociale del popolo tedesco', pubblicato per la prima volta il 24 agosto 1930, poi, una seconda volta, nella primavera del 1931, e attraverso il suo 'Programma d'aiuto ai contadini'. Si forma, in seno alla KPD un'ala 'nazional-comunista' attorno a Heinz Neumann, che cerca contatti con forze analoghe della destra (...) Altri rappresentanti della destra, di tendenze allo stesso tempo nazionalistiche e socialiste, aderiscono alla KPD (...) degli aristocratici come Ludwig Renn (pseudonimo di Arnold Vieth Von Golssenau) ed il conte Alexander Stenbock-Fermor, dei dirigenti del movimento contadino (Landvolkbewegung) come Bruno Von Salomon e Bodo Uhse, ed anche capi di milizie irregolari come il capitano "Beppo" Römer, che si distintinse nell'assalto di Annaberg, in occasione dei combattimenti del dopo-guerra in Alta Slesia, diventando un simbolo della nazione".(7)
Altri nomi emergono della galassia nazional-bolscevica tedesca, come Friedrich Lenz, Harro Schulze-Boysen, Arvid Harnack, Karl Otto Paetel o Hans Ebeling... Tutti, si faranno notare nella resistenza intellettuale e militare, in armi o nell'intelligence, al regime hitleriano.

Il primo e più risoluto degli oppositori all'hitlerismo: Ernst Niekisch
Nel 1932, Ernst Niekisch pubblica quello che è ancora oggi considerato come il più importante ed il più virulento dei pamphlets anti-hitleriani: Eine Deutsches Verhängniss, in italiano Hitler, una fatalità tedesca, illustrato con disegni di André Paul Weber.(8) La sua pubblicazione provocherà una campagna di stampa nazista contro Niekisch. Da quel momento, la sua rivista Widerstand verrà spesso citata nel periodico mensile di Heinrich Himmler, Reichführer SS, come "uno dei principali organi dell'avversario".
Dal 1933, con l'arrivo al potere dei nazisti, il movimento di Niekisch è perseguitato, i suoi membri spesso arrestati, la sua rivista posta al bando nel dicembre 1934. Uno dei suoi biografi, Sebastien Haffner, dirà di lui che egli "rimase nel III Reich, per quattro lunghi anni, l'ultimo nemico conosciuto e apertamente dichiarato di Hitler" (9). Il vecchio leader prussiano non abdicò mai.
Fino al 1937, il suo movimento Widerstand, ricostituito nella clandestinità, anima una rete d'opposizione intellettuale e politica all'interno del III Reich. Niekisch agisce, spesso, come agente di collegamento e viaggia in tutta l'Europa. Gérard Sandoz evoca così l'attività della sua rete: "Niekisch si recherà più volte in Svizzera, in Francia, nei Paesi Bassi ed in Italia per prendere contatto con gli ambienti dell'emigrazione tedesca, ma anche con rappresentanti 'ufficiosi' di questi paesi. È che, per alcuni membri di questa corrente 'nazionale', diventa sempre più evidente che il regime che si è dato il loro paese potrebbe essere definitivamente superato soltanto grazie ad un intervento straniero. Così, Karl Tröger, con Drexel e Niekisch, l'uomo più attivo di questo gruppo, si recherà più volte illegalmente in Cecoslovacchia (...) Tröger proverà anche a riportare in Germania numerosi giornali clandestini nei quali il regime nazista veniva denunciato come 'la vergogna del XX secolo'. Allorché Kruger fece la sua comparsa dinnanzi ai giudici nazisti, il pubblico ministero aveva già la prova che l'imputato aveva trasportato e diffuso copie di 17 giornali nei quali 'il Reich veniva calunniato in maniera abominevole'".(10)
Niekisch, che ha proseguito alla luce del sole fino al 1937 la sua attività editoriale (un coraggio unico!), restò il solo oppositore apertamente dichiarato ed attivo al regime nazista. È stato infine arrestato con molti dei suoi militanti il 22 marzo 1937. Imprigionato, condannato due anni più tardi da un tribunale speciale con 70 membri del circolo Widerstand fra cui Drexel e Tröger, Niekisch uscì per miracolo, quasi cieco e paralitico, dalle carceri naziste nel 1945.
Il vecchio combattente parteciperà ancora alla nascita della RDT ma, deluso dall'evoluzione del nuovo regime, finirà la sua vita nella RFT in un esilio intellettuale altero, senza mai rinunciare a nessuna delle sue idee.

La gioventù tedesca che non abdico dinnanzi a Hitler
Abbiamo visto che la corrente di Niekisch ha esercitato un'importante influenza sui movimenti della gioventù. Gérard Sandoz non dimentica il sacrificio ed il coraggio dei loro militanti di cui descrive così il coraggioso combattimento: "A riguardo della Bündische Jugend, molti rappresentanti di quest'organizzazione in cui le simpatie per le idee del 'nazional-bolscevismo' si sono manifestate durante tutti gli anni '30 hanno (...) combattuto il regime". Così, Robert Oelbermann, uno dei dirigenti più conosciuti di questa frangia della gioventù nazionale, fu arrestato nel 1936 dopo avere raccolto attorno a sè numerosi giovani 'passati alla rivolta'. Morì, assassinato, nel campo di concentramento di Orianenburg. Allo stesso modo, Rudolf Pallasv, dirigente della Südlegion, collegata alla Bündische Jugend, che si era impegnato dal 1937 nella lotta clandestina, accusando Hitler di avere 'tradito' la gioventù tedesca servendosene per preparare le sue guerre di conquista. Dal 1937 fino al 1940, Pallasv sarà trascinato di prigione in prigione. Nel giugno 1937, si terrà nella città di Essen un clamoroso processo contro dieci dirigenti del Bündische Jugend. L'imputato principale, Hans Böcking sarà condannato a dodici anni di reclusione. Gli altri imputati, accusati come lui di 'preparazione di atti di alto tradimento', passeranno molti anni nelle prigioni ed i campi di concentramento".(11)

La Nazione Socialista contro il Nazismo
Abbiamo già parlato di Karl Otto Paetel che ha animato il movimento Socialistiche Nation. Paetel è uno degli esponenti di punta del nazional-bolscevismo degli anni '30. Redattore di un "Manifesto nazional-bolscevico" ed autore di una storia controversa di quest'ultimo dopo la guerra.(12)
Il suo gruppo, la Nazione Socialista pubblicava una rivista dallo stesso titolo. Molte decine di membri di questo gruppo, spesso molto giovani, passeranno numerosi anni nelle prigioni o nei campi nazisti. Lo stesso Paetel lanciò anche un'agenzia di stampa anti-nazista sotto il nome di Antifascistiche Briefe. Nel 1934, viene colpito da un divieto di lavoro e costretto all'esilio. Continuerà ad animare dall'estero una rete anti-nazista, spostandosi dalla Cecoslovacchia alla Francia, al Portogallo ed infine negli Stati Uniti. Nel 1939, è condannato a morte in contumacia dopo essere stato privato della cittadinanza. Gérard Sandoz non dimentica il sacrificio dei suoi giovani militanti imprigionati. Scrive a questo proposito: "diverse decine di giovani militanti del gruppo Socialististische Nation ha conosciuto la stessa sorte. Essi erano strettamente legati a Karl Otto Paetel, noto dirigente della corrente nazional-bolscevica che, emigrato, poté sottrarsi alle persecuzioni".

Tutti i capi nazional-bolscevichi si impegnano contro il regime hitleriano
E gli altri dirigenti nazional-bolscevichi non saranno da meno. Lontano dall’antifascismo da salotto degli pseudo intellettuali, si impegnano tutti, mettendo la loro pelle al servizio delle loro idee.
Fritz Wolffheim, il fondatore del nazional-bolscevismo amburghese, che ha raggiunto il gruppo di Paetel, d'origine ebrea, fu internato. E finì i suoi giorni in un campo di concentramento.
Friedrich Lenz partecipa sotto il III Reich alle attività antinaziste del Circolo di Kreisau.(13)
Hans Ebeling andò in esilio in Inghilterra. Da lì dirigerà un gruppo attivo in molti paesi europei, a Bruxelles ed Amsterdam in particolare, sotto il nome di Gruppo Nazione Socialista (GNS) e pubblicherà la rivista Kameradschaft, organo d'opposizione al III Reich. Uno dei suoi dirigenti, Theo Hespers è arrestato nel 1942 in Olanda, condannato a morte, è impiccato a Berlino il 9 settembre 1943.

Il sacrificio dell'ala nazional-comunista del KPD
Abbiamo parlato della linea di "liberazione nazionale e sociale" del Partito Comunista Tedesco e delle adesioni di militanti nazional-rivoluzionari che questa aveva suscitato nel 1930-'31.
Questi si organizzarono nel Circolo dell'Aufbruch, "circolo nazional-bolscevico, così denominato a causa dell'omonima rivista pubblicata da 'Beppo' Römer, e che propagandava idee comuniste nel campo nazional-rivoluzionario".(14) Niekisch parlerà di Römer come dell'"agente di collegamento" del KPD con gli ambienti nazional-rivoluzionari. 'Beppo' Römer aveva finito per aderire alla KPD nel 1930, dopo aver diretto negli anni '20 la Bund Oberland, una lega nazionalistica. Dopo la presa di potere da parte dei nazisti, Römer è arrestato, torturato ed ucciso, dopo avere preso parte ad un complotto per assassinare Hitler.

I nazional-bolscevichi alla testa dell'Orchestra Rossa
Ed alcuni andranno più lontano ancora! Così, la celebre rete di informazioni anti-naziste conosciuta sotto il nome di Orchestra Rossa è stata, fatto che sovente nasconde la storiografia marxista, diretta da molti militanti nazional-bolscevichi. Primi tra tutti, Harro Shulze-Boysen ed Arvid Harnack. Gérard Sandoz ha l'onestà rara di rendere omaggio al sacrificio di questi militanti nazional-bolscevichi. Scrive: "Se parliamo a questo punto di questa corrente 'nazional-bolscevica', è perché la ritroviamo nella lotta clandestina che alcuni dei suoi rappresentanti hanno condotto contro il regime hitleriano. Prendiamo il caso di Harro Schulze-Boysen, uno dei dirigenti dell'Orchestra Rossa, fucilato con i suoi amici alla fine del dicembre 1942 per aver trasmesso informazioni al servizio di spionaggio sovietico. Harro Schulze-Boysen, prima di dedicare la sua azione al comunismo, era cresciuto proprio in quegli ambienti che sognavano di collegare in uno stesso movimento tutti coloro che avevano la preoccupazione di realizzare la simbiosi tra i 'rivoluzionari di qualsiasi obbedienza', secondo le sue parole, tra i rivoluzionari provenienti dalla destra e quelli ispirati dal marxismo'".(15) Prima della guerra, Arvid Harnack animava con Friedrich Lenz la rivista ed il gruppo Vorkampfer.

Anche i nazional-rivoluzionari resistono al III Reich
Non possiamo menzionare la resistenza contro il III Reich senza parlare anche dei "nazional-rivoluzionari", "die Nationalrevolutionäre", molto prossimi del resto alla stessa corrente nazional-bolscevica con la quale collaborarono, tanto che alcuni autori sono giunti a considerare il nazional-bolscevismo come "la manifestazione parossistica della corrente nazional-rivoluzionaria" nella Germania degli anni '20 e '30.(16) Queste correnti sono state anche riprese sotto la formula impropria ed inesatta di "rivoluzione conservatrice", secondo la tesi fortemente discutibile del loro principale teorico, il dottor Armin Mohler, che ha studiato lungamente questa corrente che voleva superare la destra e la sinistra. Quest'ultimo precisa che "tra i 'nazional-rivoluzionari', si percepisce l'eco della sorpresa causata da un miscuglio ancora sconosciuto: la cancellazione della distinzione, un tempo rigorosa, tra 'la destra' e 'la sinistra', cancellazione già espressa dalla nozione generale di 'rivoluzione conservatrice'. Negli schemi intellettuali impiegati fino allora, la 'destra' era incaricata di rappresentare il principio nazionale, mentre le riforme sociali o la rivoluzione sociale erano unico appannaggio della 'sinistra'. Ma ecco che, all'epoca, rappresentanti del principio nazionale assumono anche le parole d'ordine di rivoluzione sociale (...) E' il principio esplosivo che contiene il neologismo di 'nazional-rivoluzionario' (...) Il movimento nazional-rivoluzionario ha polverizzato lo schema destra-sinistra ed ha lasciato il campo libero agli altri fronti".
Ostili al nazismo, numerosi militanti nazional-rivoluzionari hanno resistito al III Reich e a più riprese si ritrovano i loro nomi e la memoria delle loro azioni nel libro di Gérard Sandoz che abbiamo già citato.
Il capo storico degli ambienti nazional-rivoluzionari è il famoso scrittore tedesco Ernst Jünger che, con suo fratello Friedrich Georg, fu la punta di diamante di questa area ed in particolare il fondatore del "neo-nazionalismo".
Sotto il III Reich, Ernst Jünger si ritirò in una altera solitudine, marcando con gesti simbolici il suo rifiuto degli orientamenti del III Reich, e in particolare dell'anti-bolscevismo indiscriminato che manifestava il regime hitleriano. Il dottor Mohler precisa che "anche dopo il 30 gennaio 1933, contatti tra la Russia sovietica e rappresentanti di destra tradizionale e della 'rivoluzione conservatrice' si manterranno per un certo tempo". Carl Schmitt o Ernst Jünger, ad esempio, si presteranno apertamente ai ricevimenti dell'ambasciata Russa a Berlino sotto terzo il Reich.(17)

Ernst Jünger e "l'opposizione interiore" al III Reich
Fin dal 1932, Jünger, che collabora con i nazional-bolscevichi Niekisch e Paetel, si erge ad avversario risoluto del nazismo. La pubblicazione del suo saggio "L'Operaio”, definito "nazional-bolscevico" da Niekisch, suscita le violente critiche del partito nazista, che attraverso uno dei suoi giornali preciserà che Jünger e le sue opere si stanno avvicinando a "la zona delle pallottole nella testa".
L'arrivo dei nazisti al potere è l'occasione di molti problemi per Jünger, il cui domicilio è perquisito a più riprese dalla Gestapo. Una di queste perquisizioni trovò del resto eco anche sulla stampa.
Il "Neueste Nachrichten" di Danzica ("città libera" non ancora sottomessa all'ordine nazista) scriveva così, il 12 aprile 1933: "Abbiamo appena appreso che una perquisizione è stata effettuata, a seguito di una denuncia, presso lo scrittore nazionale Ernst Jünger, ufficiale della Grande Guerra, decorato con la Croce per il Merito, autore di numerosi libri di guerra (tra cui Tempeste d'Acciaio, che conobbe un grande successo) e che, nella sua ultima opera a carattere sociologico e filosofico, Der Arbeiter, sostiene concezioni collettivistiche. Nessun materiale compromette è stato scoperto in occasione di questa perquisizione". L'ultimo numero della rivista di Paetel "Sozialistiche Nation", che verrà presto proibita, osservava ironicamente: "non è stato trovato nulla, eccetto... la decorazione 'Per il Merito'".
"Nonostante le pressioni, Jünger non lasciò mai sorgere alcun dubbio: non aveva affatto l'intenzione di partecipare alla politica culturale del III Reich, non più di quanto vi avesse partecipato sotto Weimar. Il suo rifiuto ad essere ammesso all'Accademia prussiana di letteratura e la risposta succinta che diede alla stazione radio di Lipsia sono rimasti famosi. Jünger, non voleva semplicemente 'esserci'".(18) Il 14 giugno 1934, allorché i campi di concentramento erano già riempiti dagli avversari del nuovo regime, scrisse con insolenza alla "Völkischer Beobachter", il quotidiano ufficiale del partito nazista: "Nel supplemento 'Junge Mannschaft' del Völkischer Beobachter del 6-7 maggio 1934 è stato riprodotto un estratto del Cuore Avventuroso. Essendo questa citazione stata fatta senza indicazione della fonte, l'impressione che è stata data al lettore è che io sono uno dei collaboratori del vostro giornale. Cosa di cui non è il caso, tanto più che, da molti anni, non mi esprimo più nella stampa. Nello specifico, tengo a sottolineare il mia incomprensione: da un lato, la stampa ufficiale mi attribuisce un ruolo di 'collaboratore', mentre dell'altro un comunicato stampa ugualmente ufficiale mi proibisce di pubblicare il testo della mia lettera del 18 novembre 1933 all'Accademia di letteratura. Io non desidero assolutamente vedermi citare nei giornali, ma tengo a non lasciare sussistere alcuna incertezza riguardo alla natura delle mie idee politiche".
Una medesima influenza nazional-rivoluzionaria e della "rivoluzione conservatrice" si ritrova anche in altri circoli della resistenza anti-hitleriana, il più famoso dei quali è il "Circolo di Kreisau", da cui sono usciti i principali autori del colpo di Stato del 20 luglio 1944 contro Hitler.
Nel 1944, Ernst Jünger pubblica il suo romanzo a chiave intitolato "Sulle scogliere di marmo" che, come fa notare Gérard Sandoz, "pubblicato nella Germania hitleriana, non poteva non suggerire al lettore attento di gettare uno sguardo critico sul suo ambiente (...)"
La pubblicazione di questo romanzo gli varrà una richiesta ufficiale di imputazione da parte della direzione del partito nazista, tanto che uno dei suoi capi, il Reichleiter Bouhler disse a Hitler: "Ora occorre agire contro Jünger". Solo il glorioso passato militare di Jünger nel 1914-'18 gli permetterà di sottrarsi alle accuse. Mobilitato nell'esercito tedesco, Jünger è vicino ai resistenti che effettuano a Parigi una parte delle operazioni del colpo di Stato del 20 luglio 1944.

L'influenza del movimento nazional-rivoluzionario sul Circolo di Kreisau
Non si può parlare della resistenza anti-hitleriana senza citare inevitabilmente anche il "Circolo di Kreisau", del nome di questo piccolo villaggio della Slesia in cui si ritrovano un certo numero di militanti dalla "rivoluzione conservatrice", fra cui il conte Helmuth James von Moltke, uno dei grandi nomi dello Stato prussiano, i fratelli von Stauffenberg e molti altri ancora, che animarono una rete di resistenza anti-nazista che preparò ed eseguì l'attentato del 20 luglio 1944 ed il putsch anti-hitleriano abortito che lo seguì.
Tra i membri del Circolo di Kreisau, vi sono grandi nomi della resistenza anti-nazista che sacrificarono le loro vite nella lotta contro l’hitlerismo, come il conte York von Wartenburg, giustiziato l'8 agosto 1944 o anche l'ambasciatore von Hassell.
Al Circolo di Kreisau, questi stessi uomini, della "rivoluzione conservatrice" e vicini agli ambienti nazional-rivoluzionari, avevano teso la mano a dei vecchi dirigenti social-democratici, sindacalisti, membri del KPD. Gérard Sandoz precisa i legami innegabili di questi uomini con la "rivoluzione conservatrice": "Come è evidente dai numerosi documenti redatti dai congiurati, la maggior parte di loro considerava il regime nazionalsocialista non come una regressione rispetto alla democrazia parlamentare, ma come la manifestazione particolarmente atroce del 'declino' o della 'decadenza' del mondo moderno. Per loro - lo hanno spesso detto - il nazionalsocialismo era il riflesso esatto di una società 'massificata', in ogni caso l'opposto di una società conservatrice guidata da un''elite' che, invece, corrispondeva al loro ideale. Ed è qui che appare il rapporto tra la lotta che la maggior parte degli uomini legati alla congiura avevano condotto contro la Repubblica di Weimar in nome di una 'rivoluzione conservatrice', ed il loro atteggiamento nei confronti del nazionalsocialismo. Ricordiamo che Goerdeler, Ulrich von Hassell, Ludwig Beck e lo stesso von Stauffenberg odiavano la prima repubblica tedesca, quella democrazia fragile, nata all'indomani di una sconfitta militare. Per loro, una 'rivoluzione conservatrice' avrebbe dovuto superare proprio le disgrazie che avevano colpito la Germania. Sandoz stabilisce anche quali siano stati i temi di questa rivoluzione "conservatrice": "I suoi teorici, tra cui Ernst Jünger, avevano nel corso dell'esistenza della Repubblica di Weimar auspicato il regno di una 'élite di uomini capaci' (élite del Fäligen) in opposizione al regno dei 'mediocri'. Un uomo come Edgard Jung, ex collaboratore di von Papen e, più tardi, associato alla cospirazione, aveva anche consacrato un'opera a questo problema il cui titolo era precisamente 'Il regno dei mediocri'. Questo libro era diretto contro i rappresentanti della Repubblica di Weimar. Ma, ai suoi occhi, anche gli uomini del nazionalsocialismo facevano parte di questo strato di mediocri, nel senso che rappresentavano 'la società di massa', contraria a quella de 'l'elite'. Non c'è dubbio che questi concetti vaghi e interpretabili hanno fatto parte della preparazione intellettuale di molti congiuranti del 20 luglio".
E i proclami degli autori del colpo di Stato del 20 luglio 1944 non lasciano del resto alcun dubbio sulla loro adesione al "nazionalismo di liberazione" che proponevano gli ambienti nazional-rivoluzionari. Così, i generali putchisti Beck e Witzleben, in un "Appello alla Wermacht", redatto alla vigilia del 20 luglio, precisavano: "Non desideriamo che altri popoli siano ridotti in schiavitù. La libertà che i nostri padri hanno conquistato nel corso del secolo scorso per la Germania (...) dobbiamo accordarla anche a tutti gli altri popoli. È su questa base soltanto che sarà possibile riempire l'abisso che è stato scavato da una politica senza freni ed ubriaca di potenza (...)".

Il conte di Stauffenberg era uno di noi!
Veniamo al colonello Klaus von Stauffenberg e a suo fratello Berthold, tutti due giustiziati dopo il 20 luglio 1944. Sandoz colloca senza ambiguità il conte di Stauffenberg negli ambienti nazional-rivoluzionari (19). Parlando di Ernst Jünger, egli dice che era "un uomo molto apprezzato anche da von Stauffenberg".
Sandoz parla a proposito di Stauffenberg delle idee di "rivoluzione", "nazione", e "socialismo" come dell'"incarnazione delle sue speranze" ed aggiunge che "il dirigente della cospirazione era, a suo modo, un 'rivoluzionario'". Suo fratello, Berthold, dirà alla Gestapo: "Messe in pratica dal regime, le idee essenziali del nazionalsocialismo si sono trasformate nel loro contrario. Il popolino che esercitava un potere senza controllo ha sostituito al vertice i capi predestinati".
In questo modo si comprende meglio perché la storiografia ufficiale ha passato sotto silenzio quest'aspetto della cospirazione del 20 luglio 1944.

(trad. it. di Luc Michel, La Résistance National-Bolchevique au IIIe Reich (1ére partie), in Parti Communautaire National-Europeen (PCN), http://www.pcn-ncp.com/NB)

Note, rinvii e citazioni
1) Gérard Sandoz, Ces Allemands qui ont défié Hitler. 1933-1943, Ed. Pygmalion, Gérard Wathelet, Paris, 1980.
Un altro saggio sul medesimo argomento è stato pubblicato anche in Germania: Claus Wolfschlag, Hitlers rechte Gegner. Gedanken zum nationalistischen Widerstand, Ed. Mühle im Hexengrund, 1996.
(2) 6 novembre 1918, scoppia la rivoluzione comunista ad Amburgo. Militante di estrema sinistra, Wolffheim gioca un ruolo di primo piano, prendendo la testa dei soldati e dei marinai ammutinati. E' stato ad Amburgo che la Repubblica socialista è stata proclamata per la prima volta in Germania. Un "Consiglio provvisorio degli operai e dei soldati" ha preso la direzione della rivoluzione. Laufenberg, egli stesso militante comunista, è stato il primo presidente del Consiglio.
(3) Sul "nazional-comunismo amburghese" cfr.: Luc Michel, "Mythes et réalités du National-Bolchevisme 1918-1993", in Vouloir, Bruxelles, nn. 105-108, luglio-settembre 1993. Sul KAPD e le sue tesi, cfr.: Luc Michel, Que faire? Les tâches immédiates de la Révolution européenne, II parte - "Le rôle et la function du Parti révolutionnaire européen", in Conscience Europeenne, Charleroi, n. 20, septembre 1987; Luc Michel, Le Parti historique révolutionnaire, capitolo VIII - "Contre la bureaucratie et la montée de l''opportunisme'", Ed. Machiavel, Charleroi, 1987.
(4) Durante il congresso clandestino del KPD a Heidelberg, nell'ottobre 1919, la direzione spartachista (Levi) ottenne in modo fraudolento l'esclusione del gruppo amburghese, che si era opposto alla direzione del Partito. Gli esclusi amburghesi rappresentavano la maggioranza degli aderenti del KPD, che perdette rapidamente più della metà dei suoi 100.000 militanti. Nell'aprile 1920, fu creata la KAPD, di cui Wolffheim e Laufenberg furono per breve tempo i leaders. Di fronte all'importanza della scissione, il Comintern, in spregio al proprio statuto, dovette accettare l'adesione di questo secondo partito comunista nell'Internazionale. Divenendo essa stessa un'arena in cui si affrontarono KPD e KAPD, finché non fu il primo ad averla vinta restando l'unico in lizza.
(5) Sul nazional-bolscevismo tedesco degli anni 1918-1933, cfr.: Otto-Ernst Schüddekopf: Linke Leute von Rechts. Die nationalrevolutionären Minderheiten und der Kommunismus in der Weimarer Republik. Stuttgart 1960; Louis Dupeux, Stratégie communiste et dynamique conservatrice. Essai sur les différents sens de l'expression "National-bolchevisme" en Allemagne, sous la République de Weimar (1919-1933), tesi presentata all'Université de Paris 1, il 28/11/1974, Librairie Honoré Champion, Paris, 1976; Luc Michel, Mythes et réalités du National-bolchevisme, 1918-1933, op. cit.
(6) Su Ernst Niekisch, cfr.: Alain De Benoist, "Préface", in Ernst Niekisch, Hitler. Une fatalité Allemande et autres écrits Nationaux-Bolcheviks, Ed. Pardès, Puisseaux, 1991.
(7) Armin Mohler, La Révolution Conservatrice en Allemagne. 1918-1932, Ed. Pardès, Puisseaux, 1993.
(8) Ernst Niekisch, op. cit.
(9) Sébastien Haffner e Wolffgang Venohr, Profils Prussiens, Ed. Gallimard, Paris, 1983.
(10) Gérard Sandoz, "Ceux qu'il ne faut pas oublier", capitolo XVIII - "Le National-bolchevisme", pp. 195 e ss., in op. cit.
(11) Ibid.
(12) Su Karl Otto Paetel, cfr.: Louis Dupeux, op. cit.; K.O. Paetel, "Versuchung Oder Chance zur Geschichte des Deutschen National-Bolchevismus", Musterschmidt, Göttingen, 1966.
(13) Sul "Circolo di Kreisau", cfr. Gérard Sandoz, op. cit., capitolo XI - "Le cercle de Kreisau", capitolo XIII - "En attendant l'opération Walkyrie", capitolo XIV - "Le Jour J" e il capitolo XV - "Une répression féroce".
(14) Armin Mohler, op. cit.
(15) Gérard Sandoz, op. cit., capitolo XVIII - "Le National-bolchevisme".
(16) Louis Dupeux, op. cit.
(17) Armin Mohler, op. cit.
(18) Werner Bräuninger, "Dans la zone des balles dans la tête. Ernst Jünger et la NSDAP (1925-1934)", in Nouvelle Ecole, n. speciale pubblicato in occasione del centenario di Jünger, n. 48, Parigi, 1996.
(19) Gérard Sandoz, op. cit., capitolo XVI - "Le 20 juillet devant l'histoire".

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  1. ALTRI LINK

    Resistenza tedesca (1933-'45):
    http://en.wikipedia.org/wiki/German_resistance
    http://fr.wikipedia.org/wiki/R%C3%A9sistance_allemande_au_nazisme

    Rivoluzione di novembre (1918-'19):
    http://en.wikipedia.org/wiki/November_Revolution

    Partito Comunista Tedesco (KPD):
    http://en.wikipedia.org/wiki/KPD
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Kommunistische_Partei_Deutschlands
    http://es.wikipedia.org/wiki/Partido_Comunista_de_Alemania

    Partito Comunista Operaio Tedesco (KAPD):
    http://es.wikipedia.org/wiki/Partido_Comunista_Obrero_de_Alemania

    Repubblica dei Consigli Bavarese:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Bavarian_Soviet_Republic
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Bayerische_R%C3%A4terepublik

    Freikorps:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Freikorps
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Freikorps

    Rivoluzione conservatrice:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Konservative_Revolution
    http://fr.wikipedia.org/wiki/R%C3%A9volution_conservatrice_(Weimar)

    Ernst Jünger:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Ernst_J%C3%BCnger
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Ernst_J%C3%BCnger
    http://es.wikipedia.org/wiki/Ernst_J%C3%BCnger

    Carl Schmitt:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Carl_Schmitt
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Carl_Schmitt
    http://es.wikipedia.org/wiki/Carl_Schmitt

    Claus Schenk Graf von Stauffenberg:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Claus_Schenk_von_Stauffenberg
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Claus_Schenk_von_Stauffenberg
    http://es.wikipedia.org/wiki/Claus_von_Stauffenberg

    Ludwig Beck:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Beck

    Erwin von Witzleben:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Erwin_von_Witzleben
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Erwin_von_Witzleben
    http://es.wikipedia.org/wiki/Erwin_von_Witzleben

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