"Il socialismo ritorna verso il pensiero antico; ma il guerrigliero della città è diventato l'operaio della grande industria e le armi sono state sostituite dalle macchine"
(Ernst Jünger)
Albert Leo Schlageter nasce in un piccolo centro della Germania meridionale nel bel mezzo della Foresta Nera, Schönau, il 12 agosto del 1894.
Cresciuto in una famiglia cattolica partecipa con ardore alla prima guerra mondiale, combattendo sul fronte francese.
La sconfitta della Patria e il ritorno nel mondo "borghese" accende nel giovane la fiamma del movimentismo politico. Milita nei Freikorps nazionalisti ed entra nel Partito nazionalsocialista.
Quando gli eserciti francese e belga invadono la regione della Ruhr (gennaio 1923) Schalgeter guida un pattuglia della Schwarze Reichsewher, che combatte contro gli invasori. La "battaglia della Ruhr", vero e proprio mito fondativo del nazionalismo rivoluzionario tedesco, coinvolge tutte le potenzialità rivoluzionarie tedesche, dal partito nazionalsocialista alle milizie comuniste: "La resistenza antifrancese nella regione diviene così un crogiolo di ideali nazionali e sociali".(1) I contatti tra nazionalisti e comunisti sono sempre più frequenti: il potere centrale teme l'asse rivoluzionario rosso-bruno che potrebbe nascere dallo scontro con i francesi. Erich Müller scrive: "I comunisti presero parte più di quanto comunemente sia risaputo (...) Persino tra le fila della Polizia e delle Forze Armate vi furono allora diffuse simpatie per il KPD; addirittura si parla di una parte dello Stato Maggiore, che si sarebbe messa a disposizione del partito. Gli ufficiali in questione formarono un nuovo Stato Maggiore ed escogitarono un piano tecnicamente assai elaborato per un putsch nazionalcomunista".(2)
Le azioni del manipolo guidato da Schlageter compie numerose azioni di sabotaggio ed è in seguito ad una di queste che il giovane è arrestato dalle forze francesi. Non sono campate in aria i sospetti che vogliono Walther Kadow come la "voce profonda" che tradì Schlageter. Il traditore sarà, di li a poco, assassinato da un gruppo vicino ai nazionalsocialisti, di cui fa parte anche Martin Bormann.
La morte di Schlageter crea uno schok tra le forze patriottiche. I nazionalsocialisti fanno del giovane un eroe. Ma è più sorprendente la posizione presa dall'Internazionale comunista, per voce del rappresentante in Germania, Karl Radek. Ricorda il "tragico destino" di questo "martire del nazionalismo" e "coraggioso soldato della controrivoluzione". Pur rammaricato del passato antibolscevico, riconosce la validità della battaglia di Schlageter, e auspica che questa diventi la battaglia di tutto il popolo tedesco: "solo se la questione tedesca diventa la questione del popolo tedesco, solo se si portano in primo piano i diritti del popolo tedesco, solo così la lotta porterà al popolo tedesco alleati attivi", il Partito Comunista e l’Unione Sovietica. Il discorso di Radek è una "chiara offerta di alleanza al nazionalismo combattentistico tedesco".(3) Le parole di Radek suscitano un importante dibattito alimentato dal Partito Comunista Tedesco e da pensatori nazionalisti, come Arthur Moeller Van Der Bruck e da Ernst von Reventlow, sulla possibilità di un'alleanza tra comunisti e nazionalisti. I nazionalisti, sottolinea Romualdi, vedrebbero di buon occhio "una mobilitazione di massa, e fosse pure di estrazione comunista (...) se avesse come fine la rivolta contro l'Intesa e le sue odiose pretese".(4)
Nel decennale del martirio di Leo Schlageter il prof. Martin Heidegger richiama la figura del soldato: "Proprio qui sostava e di qui passava Schlageter, quando era studente a Friburgo. Ma egli non potè restarvi a lungo. Doveva andare nel Baltico, doveva andare in Alta Slesia, doveva andare nella Ruhr. Non poteva evitare il suo destino, che era quello di morire della morte più grande e più dura con volontà rigorosa e cuore chiaro. Rendiamo omaggio a questo eroe e leviamo in silenzio la mano in segno di saluto".(5)
(ripreso dal blog NazionalBolscevismo)
Note
(1) Luca Lionello Rimbotti, Il nazionalbolscevismo all'appuntamento di Weimar, Trasgressioni, n. 12, maggio-agosto 1990.
(2) Erich Müller, "Nazionalbolscevismo", in Aa.Vv., Nazionalcomunismo, Societa Editrice Barbarossa, 1996.
(3) Ibid.
(4) Adriano Romualdi, Correnti politiche ed ideologiche della destra tedesca, L'Italiano, 1981.
(5) Citato in Maurizio Rossi, Dalle tempeste d’acciaio ai proscritti, Raido, Roma, 2007.
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martedì 19 gennaio 2010
martedì 12 gennaio 2010
Gli inizi del nazional-bolscevismo in Germania, di Wikipédia Français
Il nazional-bolscevismo (spesso designato con l'espressione "rosso-bruno") è una variante della corrente nazional-rivoluzionaria. Esso ne costituisce la sua ala sinistra.
Il movimento è nato alla fine della Prima Guerra Mondiale, in una Germania in rovina, lacerata dai conflitti tra gli spartachisti marxisti e i corpi franchi nazionalisti. Sintesi tra le due nuove ideologie - il bolscevismo rivelato dalla Rivoluzione russa del 1917 e un nuovo nazionalismo modernizzato dalla grande guerra, sostenuto dalle masse e dal gusto per la tecnica - esso si andrà formando in Germania a partire da due principali elementi:
- una convergenza d'interessi tra la Germania e la Russia sovietica;
- alcuni punti in comune ideologici, di metodo e di stile, tra il bolscevismo e il nazionalismo.
La corrente nazional-bolscevica del comunismo
In senso stretto, la corrente nazional-bolscevica è stata una corrente estremamente minoritaria, limitata a un piccolo numero di pensatori e di gruppi politici. Alcune fonti fanno risalire la sua nascita, nell'aprile 1919, al pensiero di Paul Eltzbacher, un professore berlinese di diritto conosciuto per i suoi scritti sull'anarchismo, deputato nazionalista al Reichstag nel 1919. Fu lui a suggerire un'alleanza tra la Germania e la Russia comunista contro il Trattato di Versailles.
Nel 1919, una corrente nazional-bolscevica si sviluppa ad Amburgo ad opera di due leaders della rivoluzione comunista in questa città: Heinrich Laufenberg (1872-1932, presidente del Consiglio dei lavoratori e dei soldati di Amburgo nel novembre del 1918) e Friedrich o Fritz Wolffheim (1888-1942, ex sindacalista negli Stati Uniti e poi ad Amburgo. Ebreo, morto in campo di concentramento). Entrambi animeranno una tendenza nazional-bolscevica in Germania e in seno all'Internazionale comunista. Espulsi nell'ottobre 1919 dal partito comunista ufficiale, il KPD, entrano nel KAPD (Partito comunista operaio tedesco) che resta nell'Internazionale fino al 1922. A sua volta, anche il KAPD escluderà dai suoi ranghi i nazional-bolscevichi. Il nazional-bolscevismo resterà sempre un movimento di individualità e di piccoli gruppi.
Tra i gruppi nazional-bolscevichi, va menzionato quello di Friedrich Lenz e Hans Ebeling autori della rivista Der Vorkampfer (1930-1933), che tenta di realizzare una fusione ideologica nazional-comunista tra le idee di Karl Marx e quelle dell'economista tedesco Friedrich List. Secondo alcuni nazional-bolscevichi contemporanei, un "Cercle d’études de l’économie planifiée" (o "Arplan") sarebbe stato creato a margine della rivista e avrebbe avuto come segretario il grande oppositore antinazista Arvid Harnack.(1)
Dopo l'arrivo dei nazisti al potere, la maggior parte dei nazional-bolscevichi opta per la resistenza. Ciò nondimeno, alcuni gruppi nazional-bolscevichi collaboreranno con il regime, come il Fichte Bund (fondato ad Amburgo nell'area del KAPD), diretto dal professor Kessemaier (in collegamento anche con il belga Jean Thiriart, allora giovane rexista).
Ernst Niekisch e la rivista Widerstand
Durante la repubblica di Weimar, la personalità più conosciuta del nazional-bolscevismo è Ernst Niekisch (1889-1967). Insegnante social-democratico (1919-1922), espulso dall'SPD nel 1926 a causa del suo nazionalismo. Prima entrerà in rapporto con un piccolo partito socialista della Sassonia che si convertirà alle sue idee. Poi animerà la rivista Widerstand che avrà una grande influenza sulla gioventù di prima del 1933. Il movimento di Niekisch raggruppa persone provenienti tanto dalla sinistra che dalla destra nazionalista. Dopo il 1933, egli si oppone al nazismo e sarà deportato in un campo di concentramento (1937-1945). Dopo il 1945, torna ad insegnare nella DDR. Nel 1953, passerà all'Ovest.
L'effimera "linea Schlageter" (1923)
Nel corso del 1923, "anno terribile" per la Germania, il KPD adotterà per diversi mesi una strategia di seduzione degli ambienti nazionalisti, senza riuscire tuttavia a provocare lo sviluppo di una vera e propria corrente nazional-bolscevica, ma dando luogo all'ennesimo progetto incompiuto.
Nel maggio del 1923, l'Internazionale comunista adotta una linea favorevole al nazionalismo. Scrive il saggista Thierry Wolton: "A metà maggio 1923, dopo un incontro tra i dirigenti dell'IC (Zinov’ev, Bucharin, Trotsky, Radek) e i quadri del KPD, Die Rote Fahne annuncia la nuova linea: 'Il partito comunista deve dire molto chiaramente alle masse nazionaliste della piccola borghesia e agli intellettuali che solo la classe operaia, dopo la sua vittoria, potrà difendere la terra tedesca, i tesori della cultura tedesca e l'avvenire della nazione'" (13 maggio 1923).(2)
La nuova sintesi politica prende le mosse dalla questione dell'occupazione franco-belga della Ruhr. L'occupazione impedisce all'industria renana di lavorare a pieno regime a favore della Germania e, sia pure indirettamente, dell'URSS, di cui la Germania, dopo il trattato di Rapallo (1922), resta l'unico alleato. I comunisti, numerosi e ben organizzati in questa regione industriale, partecipano anche loro agli scioperi e ai boicottaggi contro la Francia. Il luogotenente Schlageter, un nazionalista di destra, organizza dei sabotaggi e degli attentati esplosivi. Viene fucilato dai francesi il 26 maggio 1923. La sua memoria sarà sfruttata tanto dai nazionalisti (compresi i nazisti) che dai comunisti (cfr. i tributi a lui dedicati da Radek, di fronte all'esecutivo dell'Internazionale comunista il 20 giugno 1923, Moeller van den Bruck e Heidegger).
In seguito si registreranno altri segni concreti di avvicinamento tra le parti. Così come quello di alcune personalità dell'estrema destra nazionalista che prenderanno la parola sulla stampa comunista (Die Rote Fahne).(3)
Nel mese di ottobre 1923, a Stuttgart, il deputato comunista Hermann Remmele (che più tardi diventerà presidente del KPD e membro del Presidium del Comintern fino al 1931) organizza un progetto di riconciliazione con il partito nazista. Spiega Thierry Wolton: "Hermann Remmele, deputato comunista al Reichstag, è acclamato a Stuttgart in una riunione di camicie brune".(4) Qualche giorno più tardi, in una riunione comunista a Stuttgart, Remmele invita a prendere la parola un nazista "venuto a invocare di fronte a migliaia di militanti una tregua tra il KPD e l'NSDAP di Hitler". Remmele "arrivò a dire che un'alleanza con i nazional-socialisti per abbattere il capitalismo a lui pareva meno biasimevole di una con i social-democratici".(5)
La linea nazionalista del KPD durerà tuttavia soltanto un certo tempo e non riuscirà ad oltrepassare l'autunno del 1923.(6)
La strategia seduttiva del KPD verso i nazionalisti (1930-1932)
Nel 1930-1932, si manifestano nuove convergenze tra il partito comunista tedesco KPD e il partito nazista NSDAP. Gli storici ritengono che si sia trattato essenzialmente degli esiti di una scelta strategica del KPD mirata a recuperare una parte dell'elettorato proletario sedotto dal nazismo (vedi in particolare Thierry Wolton e Timothy S. Brown). Se non altro, la convergenza di interessi dei due partiti "estremisti" all'affondamento della repubblica di Weimar a dominanza social-democratica è stata spesso sottolineata. In ogni caso, alcuni autori fanno notare che i tentativi di seduzione comunista nei confronti dell'elettorato nazista si sono appoggiati su una sintesi ideologica che si inscrive nella storia stessa del nazional-bolscevismo.(7)
Metà septembre 1930, il deputato comunista Maria Reese proclama al Reichstag: "Il partito nazional-socialista ha un compito storico, il compito di disaggregare ambienti che non ci riguardano più e che non sono ancora passati all’esercito rivoluzionario. Quelle persone alle quali esso distruggerà la fede nella capacità di sopravvivenza del sistema capitalista, nella sua necessità e nella sua legittimità, quelle persone non verranno mai a voi (nb: all'SPD), esse verranno a noi".(8)
La strategia comunista darà qualche frutto. Dei gruppi di nazisti di sinistra si distaccheranno dall'NSDAP e aderiranno al partito comunista. Ad esempio, "Durante l'inverno 1930-1931, la maggioranza di 5.000 membri di una organizzazione nazista di sinistra entrerà nel KPD".(9) La più celebre conversione al comunismo rimane quella di Richard Scheringer, eroe nazista e futuro dirigente comunista della Germania occidentale dopo il 1945.(10)
Thierry Wolton ritiene che, verso il 1932-'33, "si sia operata una sorta di simbiosi tra i comunisti e i nazisti con avvicinamenti e allontanamenti significativi da ambo le parti.(11) Questo nonostante il fatto che i militanti di entrambi i partiti abbiano continuato a scontrarsi violentemente nelle strade, provocando, nel 1931, 103 morti tra i comunisti e 79 tra i nazisti.
La collusione delle due parti porterà il colpo di grazia alla repubblica di Weimar: referendum comune contro il governo social-democratico della Prussia nell'anno 1931, mozione di sfiducia comune contro il governo social-democratico della Prussia nel mese di marzo 1932, mozione comune che provocherà lo scioglimento del parlamento tedesco nel mese di luglio 1932, sciopero comune dei trasporti Berlino nel mese di novembre 1932.
La collusione raggiungerà il suo apogeo alle legislative della fine del 1932: "In occasione di queste nuove elezioni, l’organo del KPD publicherà una 'Lettera aperta agli elettori operai del NSDAP'" (Die Rote Fahne del 1 novembre 1932). Walter Ulbricht (futuro dirigente della DDR) scrive: "I membri proletari dell'NSDAP sono entrati nei ranghi del fronte unico del proletariato.(12) Thälmann dichiara: "Noi abbiamo anche costituito un fronte di classe unico con i proletari nazisti.(13) E le parole si traducono in un atto spettacolare: "I comunisti hanno mobilitato i loro militanti a sostegno dello sciopero dei trasporti di Berlino organizzato di concerto con i nazisti, contro la centrale sindacale social-democratica, BVG. Giovani comunisti e Hitler Jugend scesi insieme nelle strade della capitalea sostegno degli scioperanti".(14)
Qualche settimana più tardi, Hitler stabilirà la sua dittatura con l'appoggio della destra e i comunisti saranno le prime vittime del regime nazista.
(trad. it. della prima parte della voce "Nazional-bolscevismo" di Wikipédia Français, http://fr.wikipedia.org/wiki/National_bolchevisme)
Bibliografia
Louis Dupeux, Stratégie communiste et dynamique conservatrice. Essai sur les différents sens de l'expression "National-bolchevisme" en Allemagne, sous la République de Weimar (1919-1933), Librairie Honoré Champion, Parigi, 1976. Tesi dell'autore, opera di riferimento sull'argomento.
Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999.
Note e riferimenti
(1) Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979, pp. 486-492.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999, p. 91.
(3) Thierry Wolton, op. cit.
(4) Bulletin communiste, n. 41, 11 ottobre 1923, p. 625, citato da Thierry Wolton, op. cit., p. 93 e nel libro di Margarete Buber Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna, 2005
(5) Louis Dupeux, op. cit., p. 94.
(6) Ibid.
(7) Thierry Wolton, op. cit.
(8) Louis Dupeux, op. cit., p. 558; citato in Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(9) Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(10) Timothy S. Brown, studio sul caso Scheringer. Egli riporta anche alcuni esempi di falsi giornali delle SA pubblicati dal KPD, di reclutatori comunisti vestiti da SA, di una sezione di truppe del KPD vestite da SA, ecc.
(11) Thierry Wolton, op. cit. p. 99.
(12) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
(13) Die Rote Fahne del 10 novembre 1932, citato in Thierry Wolton, op. cit., pp. 101-102.
(14) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
Il movimento è nato alla fine della Prima Guerra Mondiale, in una Germania in rovina, lacerata dai conflitti tra gli spartachisti marxisti e i corpi franchi nazionalisti. Sintesi tra le due nuove ideologie - il bolscevismo rivelato dalla Rivoluzione russa del 1917 e un nuovo nazionalismo modernizzato dalla grande guerra, sostenuto dalle masse e dal gusto per la tecnica - esso si andrà formando in Germania a partire da due principali elementi:
- una convergenza d'interessi tra la Germania e la Russia sovietica;
- alcuni punti in comune ideologici, di metodo e di stile, tra il bolscevismo e il nazionalismo.
La corrente nazional-bolscevica del comunismo
In senso stretto, la corrente nazional-bolscevica è stata una corrente estremamente minoritaria, limitata a un piccolo numero di pensatori e di gruppi politici. Alcune fonti fanno risalire la sua nascita, nell'aprile 1919, al pensiero di Paul Eltzbacher, un professore berlinese di diritto conosciuto per i suoi scritti sull'anarchismo, deputato nazionalista al Reichstag nel 1919. Fu lui a suggerire un'alleanza tra la Germania e la Russia comunista contro il Trattato di Versailles.
Nel 1919, una corrente nazional-bolscevica si sviluppa ad Amburgo ad opera di due leaders della rivoluzione comunista in questa città: Heinrich Laufenberg (1872-1932, presidente del Consiglio dei lavoratori e dei soldati di Amburgo nel novembre del 1918) e Friedrich o Fritz Wolffheim (1888-1942, ex sindacalista negli Stati Uniti e poi ad Amburgo. Ebreo, morto in campo di concentramento). Entrambi animeranno una tendenza nazional-bolscevica in Germania e in seno all'Internazionale comunista. Espulsi nell'ottobre 1919 dal partito comunista ufficiale, il KPD, entrano nel KAPD (Partito comunista operaio tedesco) che resta nell'Internazionale fino al 1922. A sua volta, anche il KAPD escluderà dai suoi ranghi i nazional-bolscevichi. Il nazional-bolscevismo resterà sempre un movimento di individualità e di piccoli gruppi.
Tra i gruppi nazional-bolscevichi, va menzionato quello di Friedrich Lenz e Hans Ebeling autori della rivista Der Vorkampfer (1930-1933), che tenta di realizzare una fusione ideologica nazional-comunista tra le idee di Karl Marx e quelle dell'economista tedesco Friedrich List. Secondo alcuni nazional-bolscevichi contemporanei, un "Cercle d’études de l’économie planifiée" (o "Arplan") sarebbe stato creato a margine della rivista e avrebbe avuto come segretario il grande oppositore antinazista Arvid Harnack.(1)
Dopo l'arrivo dei nazisti al potere, la maggior parte dei nazional-bolscevichi opta per la resistenza. Ciò nondimeno, alcuni gruppi nazional-bolscevichi collaboreranno con il regime, come il Fichte Bund (fondato ad Amburgo nell'area del KAPD), diretto dal professor Kessemaier (in collegamento anche con il belga Jean Thiriart, allora giovane rexista).
Ernst Niekisch e la rivista Widerstand
Durante la repubblica di Weimar, la personalità più conosciuta del nazional-bolscevismo è Ernst Niekisch (1889-1967). Insegnante social-democratico (1919-1922), espulso dall'SPD nel 1926 a causa del suo nazionalismo. Prima entrerà in rapporto con un piccolo partito socialista della Sassonia che si convertirà alle sue idee. Poi animerà la rivista Widerstand che avrà una grande influenza sulla gioventù di prima del 1933. Il movimento di Niekisch raggruppa persone provenienti tanto dalla sinistra che dalla destra nazionalista. Dopo il 1933, egli si oppone al nazismo e sarà deportato in un campo di concentramento (1937-1945). Dopo il 1945, torna ad insegnare nella DDR. Nel 1953, passerà all'Ovest.
L'effimera "linea Schlageter" (1923)
Nel corso del 1923, "anno terribile" per la Germania, il KPD adotterà per diversi mesi una strategia di seduzione degli ambienti nazionalisti, senza riuscire tuttavia a provocare lo sviluppo di una vera e propria corrente nazional-bolscevica, ma dando luogo all'ennesimo progetto incompiuto.
Nel maggio del 1923, l'Internazionale comunista adotta una linea favorevole al nazionalismo. Scrive il saggista Thierry Wolton: "A metà maggio 1923, dopo un incontro tra i dirigenti dell'IC (Zinov’ev, Bucharin, Trotsky, Radek) e i quadri del KPD, Die Rote Fahne annuncia la nuova linea: 'Il partito comunista deve dire molto chiaramente alle masse nazionaliste della piccola borghesia e agli intellettuali che solo la classe operaia, dopo la sua vittoria, potrà difendere la terra tedesca, i tesori della cultura tedesca e l'avvenire della nazione'" (13 maggio 1923).(2)
La nuova sintesi politica prende le mosse dalla questione dell'occupazione franco-belga della Ruhr. L'occupazione impedisce all'industria renana di lavorare a pieno regime a favore della Germania e, sia pure indirettamente, dell'URSS, di cui la Germania, dopo il trattato di Rapallo (1922), resta l'unico alleato. I comunisti, numerosi e ben organizzati in questa regione industriale, partecipano anche loro agli scioperi e ai boicottaggi contro la Francia. Il luogotenente Schlageter, un nazionalista di destra, organizza dei sabotaggi e degli attentati esplosivi. Viene fucilato dai francesi il 26 maggio 1923. La sua memoria sarà sfruttata tanto dai nazionalisti (compresi i nazisti) che dai comunisti (cfr. i tributi a lui dedicati da Radek, di fronte all'esecutivo dell'Internazionale comunista il 20 giugno 1923, Moeller van den Bruck e Heidegger).
In seguito si registreranno altri segni concreti di avvicinamento tra le parti. Così come quello di alcune personalità dell'estrema destra nazionalista che prenderanno la parola sulla stampa comunista (Die Rote Fahne).(3)
Nel mese di ottobre 1923, a Stuttgart, il deputato comunista Hermann Remmele (che più tardi diventerà presidente del KPD e membro del Presidium del Comintern fino al 1931) organizza un progetto di riconciliazione con il partito nazista. Spiega Thierry Wolton: "Hermann Remmele, deputato comunista al Reichstag, è acclamato a Stuttgart in una riunione di camicie brune".(4) Qualche giorno più tardi, in una riunione comunista a Stuttgart, Remmele invita a prendere la parola un nazista "venuto a invocare di fronte a migliaia di militanti una tregua tra il KPD e l'NSDAP di Hitler". Remmele "arrivò a dire che un'alleanza con i nazional-socialisti per abbattere il capitalismo a lui pareva meno biasimevole di una con i social-democratici".(5)
La linea nazionalista del KPD durerà tuttavia soltanto un certo tempo e non riuscirà ad oltrepassare l'autunno del 1923.(6)
La strategia seduttiva del KPD verso i nazionalisti (1930-1932)
Nel 1930-1932, si manifestano nuove convergenze tra il partito comunista tedesco KPD e il partito nazista NSDAP. Gli storici ritengono che si sia trattato essenzialmente degli esiti di una scelta strategica del KPD mirata a recuperare una parte dell'elettorato proletario sedotto dal nazismo (vedi in particolare Thierry Wolton e Timothy S. Brown). Se non altro, la convergenza di interessi dei due partiti "estremisti" all'affondamento della repubblica di Weimar a dominanza social-democratica è stata spesso sottolineata. In ogni caso, alcuni autori fanno notare che i tentativi di seduzione comunista nei confronti dell'elettorato nazista si sono appoggiati su una sintesi ideologica che si inscrive nella storia stessa del nazional-bolscevismo.(7)
Metà septembre 1930, il deputato comunista Maria Reese proclama al Reichstag: "Il partito nazional-socialista ha un compito storico, il compito di disaggregare ambienti che non ci riguardano più e che non sono ancora passati all’esercito rivoluzionario. Quelle persone alle quali esso distruggerà la fede nella capacità di sopravvivenza del sistema capitalista, nella sua necessità e nella sua legittimità, quelle persone non verranno mai a voi (nb: all'SPD), esse verranno a noi".(8)
La strategia comunista darà qualche frutto. Dei gruppi di nazisti di sinistra si distaccheranno dall'NSDAP e aderiranno al partito comunista. Ad esempio, "Durante l'inverno 1930-1931, la maggioranza di 5.000 membri di una organizzazione nazista di sinistra entrerà nel KPD".(9) La più celebre conversione al comunismo rimane quella di Richard Scheringer, eroe nazista e futuro dirigente comunista della Germania occidentale dopo il 1945.(10)
Thierry Wolton ritiene che, verso il 1932-'33, "si sia operata una sorta di simbiosi tra i comunisti e i nazisti con avvicinamenti e allontanamenti significativi da ambo le parti.(11) Questo nonostante il fatto che i militanti di entrambi i partiti abbiano continuato a scontrarsi violentemente nelle strade, provocando, nel 1931, 103 morti tra i comunisti e 79 tra i nazisti.
La collusione delle due parti porterà il colpo di grazia alla repubblica di Weimar: referendum comune contro il governo social-democratico della Prussia nell'anno 1931, mozione di sfiducia comune contro il governo social-democratico della Prussia nel mese di marzo 1932, mozione comune che provocherà lo scioglimento del parlamento tedesco nel mese di luglio 1932, sciopero comune dei trasporti Berlino nel mese di novembre 1932.
La collusione raggiungerà il suo apogeo alle legislative della fine del 1932: "In occasione di queste nuove elezioni, l’organo del KPD publicherà una 'Lettera aperta agli elettori operai del NSDAP'" (Die Rote Fahne del 1 novembre 1932). Walter Ulbricht (futuro dirigente della DDR) scrive: "I membri proletari dell'NSDAP sono entrati nei ranghi del fronte unico del proletariato.(12) Thälmann dichiara: "Noi abbiamo anche costituito un fronte di classe unico con i proletari nazisti.(13) E le parole si traducono in un atto spettacolare: "I comunisti hanno mobilitato i loro militanti a sostegno dello sciopero dei trasporti di Berlino organizzato di concerto con i nazisti, contro la centrale sindacale social-democratica, BVG. Giovani comunisti e Hitler Jugend scesi insieme nelle strade della capitalea sostegno degli scioperanti".(14)
Qualche settimana più tardi, Hitler stabilirà la sua dittatura con l'appoggio della destra e i comunisti saranno le prime vittime del regime nazista.
(trad. it. della prima parte della voce "Nazional-bolscevismo" di Wikipédia Français, http://fr.wikipedia.org/wiki/National_bolchevisme)
Bibliografia
Louis Dupeux, Stratégie communiste et dynamique conservatrice. Essai sur les différents sens de l'expression "National-bolchevisme" en Allemagne, sous la République de Weimar (1919-1933), Librairie Honoré Champion, Parigi, 1976. Tesi dell'autore, opera di riferimento sull'argomento.
Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999.
Note e riferimenti
(1) Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979, pp. 486-492.
Thierry Wolton, Rouge-Brun. Le mal du siècle, Jean-Claude Lattes, Parigi, 1999, p. 91.
(3) Thierry Wolton, op. cit.
(4) Bulletin communiste, n. 41, 11 ottobre 1923, p. 625, citato da Thierry Wolton, op. cit., p. 93 e nel libro di Margarete Buber Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna, 2005
(5) Louis Dupeux, op. cit., p. 94.
(6) Ibid.
(7) Thierry Wolton, op. cit.
(8) Louis Dupeux, op. cit., p. 558; citato in Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(9) Thierry Wolton, op. cit., p. 99.
(10) Timothy S. Brown, studio sul caso Scheringer. Egli riporta anche alcuni esempi di falsi giornali delle SA pubblicati dal KPD, di reclutatori comunisti vestiti da SA, di una sezione di truppe del KPD vestite da SA, ecc.
(11) Thierry Wolton, op. cit. p. 99.
(12) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
(13) Die Rote Fahne del 10 novembre 1932, citato in Thierry Wolton, op. cit., pp. 101-102.
(14) Thierry Wolton, op. cit. p. 101.
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