sabato 23 gennaio 2010

Movimento della gioventù e ideologia nazional-rivoluzionaria sotto la Repubblica di Weimar (Prima parte), di Thierry Mudry

Dal 1924-'25 fino alle elezioni legislative del settembre 1930, che proiettarono bruscamente in primo piano il partito nazionalsocialista, la militanza nazionalista in Germania è stata rappresentata principalmente dai gruppi paramilitari (Wherverbände) eredi dei corpi franchi, e dalle leghe della gioventù (Bünd).(1) Sotto l'effetto della crisi economica gli elementi più radicali di questi gruppi e delle leghe nazionali evolvettero verso il nazional-socialismo rivoluzionario (tendenza Strasser) o il nazional-bolscevismo, mentre gli altri (cioè la maggioranza dei membri e dei capi delle leghe) si adeguarono alla situazione creando nuovi partiti come il Partito dello Stato Tedesco (prodotto della fusione del Partito Democratico e del Giovane Ordine Tedesco di Arthur Mahraun) e il Partito Popolare Conservatore (formato da cristiano-sociali e elementi provenienti dal partito di estrema destra DNVP) cercando invano di renderli strumenti validi per il rinnovamento della Germania.

Il socialismo bündisch
I membri delle leghe della gioventù opteranno per il socialismo bündisch, variante del "socialismo tedesco" alla quale si unirono numerosi ambienti sociali e professionali e gruppi politici della Germania di Weimar. Il socialismo bündisch era molto vicino al "socialismo militaresco" che professavano la maggior parte dei gruppi paramilitari. In entrambi i casi, il loro socialismo era il più radicale degli altri, non solo nel Bünd o nel gruppo militarizzato, ma anche nella Volksgemeinschaft (la comunità di popolo) alla quale serve il Bünd e nella quale esso è inserito (2). Mentre il socialismo militaresco dei più grandi si basava sull'esperienza della guerra e sullo spirito cameratesco del fronte, il socialismo bündisch dei più giovani si appoggiava sull'esperienza delle escursioni attraverso la Germania, sul contatto con il popolo tedesco, sull'esperienza comunitaria della lega e sullo spirito cameratesco che si viveva in essa. Con la crisi e la radicalizzazione crescente della gioventù delle leghe il socialismo bündisch si trasformerà in un socialismo nazional-rivoluzionario favorevole alla nazionalizzazione totale o parziale dei mezzi di produzione e all'autarchia tedesca e centro-europea.

La sfida hitleriana
Con l'accesso di Hitler al potere, le principali leghe della gioventù (eccezion fatta per i moderati, soprattutto dell'importantissimo Deutsche Freischar) si unirono nel marzo del 1923 nella Grossdeutsche Jugenbund sotto il patrocinio dell'ammiraglio Von Trotha, vicino al presidente Hinderburg, sperando così di sfuggire alla "sincronizzazione" (Gleiehschaltung), vale a dire, alla loro dissoluzione e integrazione nella Gioventù Hitleriana. Da parte loro, le leghe più dure, più völkisch (per il quale Volk era sinonimo di razza) e allo stesso tempo critiche nei confronti del nazismo (che giudicavano da una prospettiva nazional-bolscevica) si raggrupparono in un bündisch per il servizio di difesa del lavoro e delle frontiere, sotto la presidenza di un trotzkista del nazionalsocialismo, il dr. Kleo Pleyer (3).
Nonostante tutti i loro sforzi le leghe della gioventù sono state sciolte dopo l'estate del 1933. I suoi membri entrarono in massa nella Gioventù Hitleriana e nel Deutsche Jungvolk che raggruppava gli elementi più giovani della HJ per continuare ad operare e promuovere lo spirito bündisch. I più grandi (prossimi a Friedrich Hielscher) entrono nelle SS Ahnenerbe (Eredità degli antenati, settore delle SS specializzato nella ricerca scientifica, in particolare storica e preistorica). Altri (gli strasseriani sotto la direzione di Heinz Gruber), preferirono entrare nel Fronte del lavoro al fine di accentuarne l'orientamento socialista. Infine, il dottor Werner Haverbeck tentò di riunire in un'unica organizzazione, la Reichsbund Volstum und Heimat, associazione satellite del KdF (Kraft durch Freude, Forza attraverso la Gioia) i giovani di spirito bündisch, organizzazione questa che si espanderà fino a contare un milione di membri.(4)

Comincia la repressione
Sotto la pressione di Baldur von Schirach, il leader della Gioventù Hitleriana, che temeva la loro autorità sui giovani tedeschi contestatori, si abbatte la repressione sui vecchi leader bündisch, alcuni furono esclusi dalla HJ (Werner Lass),(5) altri furono arrestati (Heinz Gruber),(6) (Robert Oelbermann)(7) o costretti all'esilio (Eberhard Koebel,(8) Fritz Borinski,(9) Hans Ebeling,(10) Karl Otto Paetel(11), ecc.), altri infine furono assassinati (Karl Lamermann)(12) durante la Notte dei lunghi coltelli. Il Reichbunde di Haverbeck fu disciolto.
Nonostante quattro divieti successivi (nel 1933, 1934, il 6 febbraio 1936 e il 13 maggio 1937) e l'incorporazione obbligatoria dei giovani tedeschi nella Gioventù Hitleriana decisa nel 1936 e applicata di fatto nel 1939, alcune leghe continuarono la loro attività in Germania nella clandestinità. Questo il caso della DJ.1.11. fondata da Tusk nel 1931(13) insieme a Karl Otto Paetel e Otto Strasser entrambi ugualmente in esilio (Helmut Hirsch, membro della DJ.1.11. fu condannato a morte il 4 giugno 1937 e impiccato a Plötzensee); è stato anche il caso del Nerother Wandervögel(14) e del Jungnationaler Bund Deutsche Jungenschaft(15) sciolti nel 1937 e i cui leader sono stati sommariamente condannati nel processo di Essen.
Se alcune leghe poterono sopravvivere nella clandestinità altri nuovi gruppi apparvero, bande di adolescenti che avevano respinto l'adesione della HJ e la militarizzazione della HJ.(16) Alcune di queste bande imitano i costumi occidentali e prefigurano le bande del dopoguerra, altre professano un cristianesimo moraleggiante e favoriscono la sopravvivenza delle organizzazioni della gioventù cristiana, altre rinnovavano l'ideale romantico dei Wandervögel. Tra questi nuovi gruppi il più conosciuto fu senza dubbio Die Weisse Rose alcuni dei cui membri erano appartenuti alle leghe della gioventù. I giovani bündisch e i loro emuli non furono gli unici a resistere al "fascismo" hitleriano, occorre ricordare anche la resistenza dei giovani comunisti nel mondo operaio e quella dei giovani cattolici in Renania e Baviera. Mentre i primi si appoggiavano all'infrastruttura clandestina del Partito comunista tedesco, i secondi lo facevano grazie al concordato firmato nel 1933 tra Hitler e il Papa.

L'ideale bündisch in esilio
L'ideale bündisch progressivamente soppresso in Germania si mantiene in vita nell'esilio all'estero. Otto Strasser sollecita le creazione di un "Ring bundischer Jugend" che si integri nel suo Deutsche front gegen das Hitler system (Fronte tedesco contro il sistema di Hitler). A Parigi, una rivista antifascista controllata dai comunisti vede la luce sotto il titolo di "Frei Deutsche Jugend" (questo nome aveva designato tra il 1913 e il 1923 una frazione del movimento della gioventù indipendente e designerà dopo la seconda guerra mondiale l'organizzazione giovanile della DDR. Karl Otto Paetel edita prima a Stoccolma, poi a Bruxelles e infine a Parigi la "Schriften der Jungen Nation" e la "Blatter des sozialistichen Nation" (diffusa in Germania dalle sorelle Silieva, membre della DJ.1.11. di Berlino). In Belgio, Hans Ebeling e Theo Hespers fondano nel 1935 l'"Arbeitgemeimschaft Bundischer Jugend" al quale aderiranno Paetel e Tusk, la rivista "Frei Deutsche Jugend", ecc... e danno alla luce il "Deutsche Jugend Front". Questo fronte della gioventù era legato a gruppi olandesi, belgi e britannici. Esso era nato dal desiderio di raggruppare tutta la gioventù tedesca d'opposizione. Ma questo tentativo non riescì a causa delle manovre comuniste e della mancanza di coesione di questi giovani oppositori. Ebeling e Hespers che non demordono diedero poi vita la rivista "Kameradschatf" dal 1937 al 1940.

(trad. it. della prima parte di Thierry Mudry, Movimiento de juventud e ideologia nacional revolucionaria bajo la Republica de Weimar, "Disidencias", sd, http://www.arrakis.es/~fsln/ale-5.htm)

Note
1) Durante i quattro o cinque anni della breve prosperità di Weimar e in particolare tra il 1925 e il 1927, il primo piano in materia di attivismo ultra nazionalista è legato alle leghe o associazioni paramilitari (Wehrverbande). Queste leghe nascono generalmente dai corpi franchi nell'immediato dopoguerra, anche se in misura crescente recluteranno i loro membri nel movimento giovanile "borghese" (Louis Dupeux, Stratégie communiste et dynamique conservatrice. Essai sur les différents sens de l'expression "National-bolchevisme" en Allemagne, sous la République de Weimar (1919-1933), Librairie Honoré Champion, Parigi, 1976, pp. 294-5).
2) "Il Bünd è la forza dei legami comunitari in contrasto con l'individualismo anarchizzante dei vecchi Wandervögel, l'accento è posto sul gruppo (che permetterà di parlare di un socialismo bündisch), ma anche sulla gerarchia, la selezione dei membri e la libera designazione dei 'capi'. E', in ultima analisi, l'educazione di unaélite destinata a guidare e a servire la Germania alla fine di una rivoluzione culturale; è l'immagine stessa in miniatura di questa nuova Germania" (L. Dupeux, op. cit., p. 335).
3) Ver Hans Chritian Brandenburg, Die Geschichte der HJ, Verlag Wissenchaft und Politik, Colonia, 1982. pp. 137 e 139.
4) Ver Hans Chritian Brandemborg, op. cit., pag 194-5.
5) Werner Lass: fondatore e capo della "Freischar Schill", organizzazione segreta dei congiurati di Erdgenossen.
6) Heinz Gruber: fondatore e capo della "Schwenze Jungmanschaft", dissidenza social-rivoluzionaria della Gioventù Hitleriana e parte integrante del Fronte Nero di Otto Strasser.
7) Robert Oelbermann: fondatore e capo del "Nerother Wandervögel".
8) Eberhard Koebel (fondatore e capo di Task e DJ.1.11, componenti dissidenti della importante "Deutsche Freischar".
9) Fritz Borinski: uno dei dirigenti della "Deutsche Freischar", social-democratico.
10) Hans Ebeling: fondatore e capo del "Jungnationaler Bund Deutsche Jungenschaft".
11) Karl Otto Paetel: fondatore e capo del "Gruppe Sozialrevolutionarer Nacionalisten".
12) Karl Lamermann. dirigente della "Deutsche Freischar".
13) Sulla DJ.1.11. di Tusk si legga Hans Kraul, "Der jungenschafer ohne Fortune. Eberhard Koebel (Tusk) erlebt und biographisch erarbeitt von einem Weiner Gefahrten", Dipa Verlag, Frankfurt am Main, 1985 e Helmut Gran, "DJ.1.11.: Struktur und Wandel eines subkulturelles jugendlichen Miliens in vier Jahrzehnten", Dipa Verlag, Francoforte, 1976. Queste due opere sono state recensite in "Vouloir", n. 28/29, maggio 1986.
14) Sul "Nerother Wandervögel" si legga Stefan Krolle, "Bundische Umtriebe. Die Geschichte des Nerother Wandervögels vor und unter dem NS Staat, Ein Jugendbund zwischen Konformität und Widerstand", Lit Verlag, Munster, 1985.
15) Vedi sotto.
16) Su questi nuovi gruppi si veda: Fritz Theilen, "Edelweisspiraten", Fischen Taschenbuch Verlag, Frankfurt an Main, 1984.

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